Silente - l'eroe che ci meritiamo (prova creativa)


 Trascrizione dell’intervento di Mathis III Gauge alla Confederazione Internazionale dei Maghi del 2022

 

Signori e signore della Confederazione Internazionale dei Maghi, gentili delegati del Winzengamot, del MACUSA, del Ministère des Affaires Magiques de la France e dei Ministeri della Magia di tutto il mondo,

nella riunione di oggi dobbiamo prendere una decisione eccezionale, valida per la comunità magica mondiale. Raramente, a partire dall’emanazione dello Statuto internazionale di segretezza del 1692, ci siamo riuniti per discutere collegialmente di un proposito che ci coinvolgesse, senza incertezze, tutti.

Non posso allora esimermi dal presentare le mie perplessità a riguardo della mozione oggi in discussione: investire il defunto Albus Percival Wulfric Brian Silente della Prima Medaglia d’Onore contro le Arti Oscure, indire una giornata annuale di festività per il 30 giugno e inserire in tutte le scuole il corso “Silente: come combattere il male”.

Dichiaro anzitutto che sono assolutamente favorevole alla medaglia: Silente ha indubitabilmente sconfitto Grindelwald, e contribuito in maniera essenziale alla definitiva scomparsa di Voldemort.

Ritengo tuttavia pericolosamente miope scegliere di santificare un uomo, un mago, la cui vita non risulta certo trasparente, innocente e immacolata. Il cui indubbio carisma fu spesso fonte di azioni quantomeno discutibili.

Permettetemi quindi una disanima critica della figura del fu preside di Hogwarts. In occasione di questo mio discorso, noi relatori abbiamo ottenuto il permesso, da parte di alcune persone che conobbero Silente, di accedere ai loro ricordi. Compreso il sig. Harry Potter!


Non è mia intenzione soffermarmi sull'infanzia traumatica di Albus: un grand’uomo non ha certo bisogno di compassione, per essere riconosciuto tale. E’ comprensibile, però, che avendo vissuto i luttuosi eventi dell’attacco alla sorella, del conseguente suo isolamento, della condanna e della morte del padre, sin da ragazzo il giovane Albus mantenesse alti gli schermi. Ciò nonostante, non è altrettanto automatico che egli sviluppasse un tale riserbo, direi quasi arrogante riserbo, con i suoi compagni di scuola. Suvvia, soltanto Elphias Doge poté dirsi in qualche modo vicino a lui- e tutti sappiamo che il profondo senso di amicizia del Doge l’accecò in numerose occasioni, altrimenti lampanti per chiunque altro.

Albus dunque, per quanto studente brillante, affascinante e bene accetto nella scuola, ha mostrato da subito una certa alterigia, la volontà di non mescolarsi con chi non riteneva alla sua altezza.

Tale sentimento di superiorità, nonostante le numerose dichiarazioni di umiltà, fu negli atti continuo per tutta la sua vita. Chi, tra coloro che hanno conosciuto Silente nella sua giovinezza e nella sua prima maturità, potrebbe ritenerlo una persona schietta, aperta, affettuosa? Chi non ha nutrito dubbi di fronte ai suoi frequenti momenti di freddezza, alla sua abituale tendenza a non comunicare i suoi intenti, alla scarsa limpidezza della sua sfera emotiva?

Chi ad esempio potrebbe dichiarare con sicurezza quali fossero, fino alla fine, i suoi sentimenti nei confronti di Aberforth, unico parente rimastogli in vita? Gli ha donato uno specchio per restare in contatto, è vero; ma gli aveva impedito di prestare soccorso al figlio, gravemente ferito da un Obscuriale. Per anni, inoltre, ha nascosto il loro legame fraterno, come se ritenesse inadeguato questo suo rapporto.

Nessuno può mettere in dubbio la sua straordinaria capacità di trascinare gli animi, di convincere chi aveva intorno di quanto sarebbe stato giusto affidarsi a lui. Ma è questo un modello che vogliamo diffondere, senza indagare sulle radici di questo carisma?

Ricordiamo tutti la frase con cui Silente è stato ricordato da Doge: “E’ morto come è vissuto: lavorando sempre per il bene superiore”. Signori: per il bene superiore.

Sappiamo tutti a quale fine sia stata concepita questa frase.

Ricordiamoci allora che fu Gellert Grindelwald l’unico e vero affetto di Albus!

Solo io noto che la tendenza di Silente a chiedere alle persone di mettere a rischio tutto per i suoi progetti assomiglia fortemente alla maniera di Grindelwald di fare proselitismo? Che è probabilmente con lui che il preside ha raffinato la sua capacità di far presa sull’animo umano? Si sono frequentati soltanto per due mesi, è vero: ma “due mesi di follia, di sogni crudeli” possono incidere molto sulla mente di un adolescente turbato e troppo sicuro di sé.

Lasciamo però la questione in sospeso: come qualcuno riesca a far breccia, a piegare a sé gli spiriti altrui resta un argomento scabroso, che preferisco non esaminare in questa sede.

Diamo il beneficio del dubbio, del resto, al compianto preside. E’ morto, non può difendersi, e fu certamente un uomo onorevole. Non è interessante parlare oltre di come acquisì il suo dono di plasmare le menti secondo i suoi scopi. Magari era un dono naturale.

Vediamo però, nella pratica, come ha impiegato questo suo dono.

Non nella politica, alla quale ha sempre dichiarato di essere inadatto. Certo, ha ricoperto la carica di Supremo Pezzo Grosso di questa assemblea, ma se ha affermato di essersi tenuto lontano dal potere, sarà stato certamente così. Ha scelto invece di essere un professore. 

Signori, come si è comportato in qualità di insegnante ad Hogwarts? Come docente di Difesa contro le Arti Oscure ha messo scientemente in pericolo un suo ex studente, il celebre Newt Scamander, facendo leva sul suo grande amore per gli animali. Evidentemente aveva intuito molto bene l’indole premurosa del giovane, e lo ha spinto con l’inganno a imbattersi per caso in Grindelwald, piuttosto che coinvolgere il giovane nelle sue macchinazioni. Ecco un primo punto che direi inoppugnabile: il carisma di Silente si basava sulla sua grande capacità di comprendere le spinte di una persona - ma se ne serviva per manipolare chi gli faceva comodo!

Sento un brusio in aula: davvero qualcuno nega la penetrazione psicologica di Silente? O il fatto che tenesse i suoi segreti per sé, lasciando i suoi alleati all’oscuro?

Continuiamo con un altro esempio, dei tempi in cui insegnava Trasfigurazione: Tom Riddle.

Sì, signori. Silente ha intuito da subito il potenziale oscuro del ragazzino incontrato all’orfanotrofio. E cosa ha deciso di fare, per frustrare tali tendenze malvagie? Di spaventarlo con un’esibizione gratuita del suo potere magico! Davanti a un ragazzino ostile e roso dalla superbia, pensate davvero che un educatore dovrebbe dar fuoco a un armadio? Mostrandosi terrificantemente potente e superiore, e quindi incentivandone il desiderio di distruzione, solleticandone la volontà di padroneggiare poteri esclusi agli altri? Signori, Silente in quell’occasione era diventato improvvisamente uno sciocco, o aveva percepito una volontà di dominio pari alla sua, e voleva schiacciare un futuro sfidante?

Passiamo al lungo periodo in cui ha ricoperto la carica di preside di Hogwarts.

Permettereste voi ai vostri figli di usare a loro piacimento una Giratempo, nel caso ve ne fossero di disponibili? Ai vostri figli appena tredicenni? Sapete che Silente ha richiesto che ne venisse affidata una a Hermione Granger? A lei, una ragazzina ossessionata dallo studio, offrire uno strumento di tale pericolosità facendo leva proprio sulle sue ossessioni? L’ha ridotta prossima a un esaurimento, signori. E POI, facendo leva sul suo ruolo, le ha suggerito di adoperarla ancora una volta per risolvere un problema in cui lui non voleva sporcarsi le mani. Un problema che coinvolgeva Dissennatori e lupi mannari, e un paio di tredicenni.

La signorina Granger, dotata com’è di mente pronta, ha capito che non era cosa buona per lei continuare ad utilizzare un simile artefatto. Ma capite quale rischio ha fatto correre a una sua studentessa?

Molti dei suoi studenti l’hanno amato, è vero. Il suo fascino era indubbio, come la sua apparente solerzia per il loro benessere. Chiunque poteva correre da lui, a chiedergli consiglio; chiunque sentiva di poter affidarsi al suo giudizio, al suo supporto, alla sua comprensione. Non è facile risultare così universalmente magnanimi. Specie in una scuola dove si è permesso che imperversasse un Basilisco!


Personalmente, trovo che un bravo Preside avrebbe dovuto incentivare la consapevolezza e la crescita dei propri studenti. Forse la mia è semplice superbia, non avendo mai ricoperto questa carica - né aspirando a farlo. Mi chiedo soltanto a quale influenza possa aver fatto ricorso Silente per apparire come un fulgido esempio di virtù, e intanto nominare una serie tanto nefasta di insegnanti di Difesa contro le Arti Oscure; consentire smaccate preferenze da parte di un Direttore nei confronti della sua casa, e poi avvilire all’ultimo la casa stessa, con un’arbitraria assegnazione di punti; permettere che girassero voci infondate sulla presenza di creature quali il Gramo?

Io ci vedo un disegno, signori. O meglio, più che un disegno, forse l’abbozzo di un piano. Quello di rendere dipendenti da lui e dal suo discernimento, dalla sua influenza tossica insomma, i giovani discepoli. Come altro spiegare, se non con la volontà di manipolazione, l’alternanza continua di punizioni e gratificazioni?


Ma, direte voi, Silente è stato ammirato e rispettato da maghi ben più maturi e saggi!

Certo, ovviamente. Molti di loro, ahi noi, sono defunti per mano di Voldemort e dei Mangiamorte, e non voglio disturbare la loro memoria. Mi chiedo però cosa direbbe dell’acume e della lungimiranza di Silente Sirius Black, tratto facilmente in inganno da Voldemort proprio perché il Preside non aveva voluto condividere le sue informazioni con i compagni dell’Ordine della Fenice; cosa ne direbbe Alastor Moody del suo doppio gioco, al momento del trasporto di Harry da casa Dursley alla Tana. Grazie ai ricordi comunicatimi dal sig.Potter so che cosa possa aver provato Piton nei suoi ultimi momenti.

Piton! Piton, il suo più fidato collaboratore. Colui che per seguire Silente, affidandosi alle sue parole, ha tradito e mentito, ha ucciso e difeso, è stato anche lui usato come una pedina. Silente, senza rivelargli alcun dettaglio sui suoi piani, facendo leva spietatamente sul suo atroce senso di colpa l’ha spinto a difendere il giovane Harry per anni, e poi ha decretato con freddezza che lo dovesse abbandonare al suo destino  - e ricordiamoci che Piton aveva accettato il suo pericolosissimo e odioso ruolo, in cambio dell’assicurazione di poter espiare le proprie colpe con la protezione del figlio di Lily.

Bestie da macello, sia Harry che Piton, insomma: ma per un bene superiore!

L’influenza di Silente sopra i suoi accoliti si è basata sul mantenere costantemente nascoste, o parziali, le sue vere intenzioni e le informazioni necessarie(1). Sul fare leva sui loro punti deboli, sulle loro paure, sui loro desideri. Il fascino di Silente è dunque legato a doppio filo alla sua abilità nel tenere nascosti i propri segreti, lasciando nel caos chi gli sta intorno. Chi altrimenti l’avrebbe seguito così ciecamente? 

Nemmeno Harry Potter, che pure ha accettato di morire secondo i piani del Preside.


E qui, signori, qui con la vicenda di Harry Potter possiamo vedere in opera il carattere e le idee di Silente.

Ha fatto bene a lasciarlo dai Dursley, questo non voglio metterlo in dubbio. La casa degli zii gli offriva protezione dai nemici e dalla notorietà - anche se nient’altro.

Tuttavia ha ordinato di abbandonare un bambino di quindici mesi, fuori da una porta, in una notte di fine ottobre, per qualche ora (2), incitando la prof.ssa McGranitt e Hagrid ad andarsene senza curarsi più di lui. Non vi sembra che ci sia qualcosa di profondamente contorto, in questo? Capisco evitare che un Mezzogigante avrebbe catturato l’attenzione dei Babbani, ma un gatto? Presente lì da svariate ore? Solo una persona con un controllo senza limiti sugli altri avrebbe potuto imporre una simile decisione.

C’è da dire che con l’arrivo di Harry ad Hogwarts Silente gli si offrì come mentore, come figura autorevole e insieme paterna, disponibile al sostegno, al confronto, all’aiuto più completo. Lo conquistò, insomma, mostrandosi orgoglioso dei suoi successi e della sua indole, attento ai suoi interessi, ai suoi sentimenti e pensieri. 

Per poi abbandonarlo a se stesso e ai suoi errori al quinto anno, quando Harry aveva maggior bisogno della sua guida: comportamento inspiegabile, a meno che non si voglia rafforzare il proprio potere su qualcuno.

Da quel momento in poi, è con sapiente uso di segretezza e rivelazione che Silente legherà a sé il Prescelto. Piuttosto che rivelargli informazioni utili, Silente farà trapelare brandelli di verità, inducendolo ad affidarsi a lui senza domande, senza dubbi. E Silente? Avrà avuto lui dei dubbi, sapendo a cosa stava preparando il giovane Potter? A mio avviso era tanto concentrato sulla sua missione, così pronto al sacrificio di tutto e tutti, così univocamente certo di essere nel giusto da non lasciare spazio a tentennamenti. Il suo carisma, del resto, poteva continuare a funzionare solo se avesse continuato a mostrarsi indefettibile.

Dite che sono troppo dura? Qualcuno sosterrà che Silente aveva provato sulla sua pelle una gran verità: gli unici veri insegnamenti sono quelli che si imparano tramite il dolore, e il maggior atto d’amore possibile è consentire a qualcuno cui si è affezionati di mettersi direttamente alla prova tramite il dolore stesso. Questo è indubbio, se avviene all’insegna della comunicazione, e non - come in questo caso - per reconditi scopi. Harry Potter riferendosi a Silente ha infatti dichiarato:«Non so a chi voleva bene, Hermione, ma non a me. Questo non è affetto, il caos in cui mi ha lasciato. Ha condiviso i suoi veri pensieri molto di più con Gellert Grindelwald che con me»(3).


Non vi ho ancora convinti? Non vedete come l’azione di Silente, che pure ha condotto a ottimi risultati, ruotasse intorno al suo desiderio di plasmare, grazie al suo fascino, i destini di chi gli si affidava? Spesso incurante di quali rischi e sofferenze questa pratica avrebbe causato, ma interessato solo a soddisfare il suo senso di superiorità?


Signori, ho concluso. Si passi ora alla votazione della mozione in oggetto.

 



Note al testo dell'intervento


  1.  "La verità (...) è una cosa meravigliosa e terribile, e per questo va trattata con grande cautela." - Harry Potter e la Pietra Filosofale, cap. 17.

  2. Harry Potter e la Pietra Filosofale, cap. 1.

  3. Harry Potter e i Doni della Morte, cap.18

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