"Monster" nel film quanto nella realtà

 Aileen Wournos

 


 

Il nome di Aileen Wournos probabilmente non riporta alla mente crimini violenti o una famosa serial killer. Questo perché ancora oggi la donna viene considerata una vittima delle circostanze che ha agito solo per difesa personale. Nonostante abbia ammesso, prima di essere giustiziata, di aver agito per soddisfare il bisogno di uccidere, la sua difesa durante il processo è stata così convincente che, a dispetto della condanna a morte ricevuta, è passata alla storia come una povera prostituta che ha dovuto difendersi per non essere uccisa da alcuni clienti perverititi. Aileen è stata talmente brava nella manipolazione della sua storia e degli spettatori che le sono stati dedicati addirittura due film, di cui uno ha fatto guadagnare l'Oscar a Charlize Theron.

Aileen nasce nel 1956 a Rochester, da una madre 15enne e un padre schizofrenico, e subito si capisce che la sua vita non sarà affatto facile. Per sua fortuna il matrimonio dei suoi genitori non dura a lungo e per la fortuna della società tutta suo padre, dopo essere stato arrestato per violenze su minori, liberò il mondo dalla sua dannosa presenza impiccandosi in cella. Tuttavia, i guai di Aileen erano appena iniziati. Affidata ai nonni materni insieme al fratello, subisce le violenze del nonno alcolizzato e gli stupri di un amico di famiglia, che porteranno al concepimento di un bambino quando la ragazzina ha solo 14 anni. Suo figlio viene affidato a una famiglia adottiva e pochi mesi dopo, alla morte della nonna, Aileen si ritrova cacciata di casa dall'instabile nonno. Senza altra possibilità per sopravvivere, sola, povera e con un carico di traumi che sarebbe bastato per 10 vite, Aileen inizia a prostituirsi per sopravvivere. Fino a questo punto, la sua storia è quella di una vittima di ogni possibile violenza e circostanza, il totale fallimento di una società civile che dovrebbe prendersi cura dei soggetti più deboli, in particolare bambini, e che invece ha abbandonato lei e il fratello a persone instabili, violente, crudeli e malate.

Tuttavia, questo ambiente così tossico e la totale mancanza di una valida rete di supporto sociale generano presto un mostro.

Aileen viene arrestata nel 1974 per la prima volta, nel 1976 per la seconda e nel 1986 per la terza. Si tratta di crimini minori, tra i quali furto d'auto e minaccia a mano armata, perché negli Stati Uniti è perfettamente logico armare una diciottenne senza casa, senza famiglia e con un passato traumatico. Cosa potrà mai andare storto? Ebbene, la risposta a questa domanda l'abbiamo nel 1989, quando Aileen torna a casa con la macchina della sua prima vittima accertata. Al tempo viveva in un piccolo appartamento con la sua compagna, Tyria, che non trova niente di strano nel fatto che la dolce metà le confessi un omicidio. Chi sarebbe mai rimasto turbato da un dettaglio così insignificante? A difesa di Tyria dobbiamo considerare che Aileen riesce a manipolare bene le persone, quindi probabilmente la ragazza era succube della sua compagna psicopatica. Tra maggio e settembre 1990 la polizia trova i corpi di sei persone uccise tutte da una pistola calibro 22 e finalmente si arriva alla conclusione che in giro potrebbe esserci un serial killer. Non ci vuole molto per risalire ad Aileen, tuttavia senza altre prove schiaccianti i poliziotti la arrestano inizialmente solo per porto d'armi abusivo. 

Sarà Tyria a tradirla, spingendola a confessare i crimini durante una conversazione telefonica. A quel punto era abbastanza prevedibile che il telefono fosse sotto controllo, nonostante ciò Aileen lascia che la polizia raccolga prove sufficienti a incastrarla per un solo omicidio, pur di scagionare Tyria e prendersi tutta la responsabilità del delitto. Ah, l'amore...

Durante il processo la difesa dell'imputata gioca completamente sulla legittima difesa da parte della donna contro sevizie, torture e stupri, ma se questo da un lato non convince la giuria, dall'altro affascina il mondo intero. Il conflitto interiore che genera questa donna è tra il bisogno di giustificarla perché essa stessa vittima di violenze indicibili e la necessità di condannare una pericolosa criminale che avrebbe senza dubbio continuato a uccidere. A difesa della società civile, la giuria la condanna a morte, sentenza che verrà eseguita il 9 ottobre 2002 con un'iniezione letale. Prima della sua esecuzione, Aileen ha confessato di aver inventato tutte le storie di violenza che aveva descritto durante il processo, ma nonostante ciò l'opinione pubblica è rimasta dalla sua parte, al punto che nel 2009, in un documentario a lei dedicato, il regista Nick Broomfield dichiara che ci fosse una grande rabbia in lei, ma anche una profonda umanità, ignorando colpevolmente non solo i 7 omicidi a sangue freddo, ma anche la diagnosi di disturbo antisociale di personalità, all'epoca ancora chiamato "psicopatia". Dopo l'esecuzione della pena, le ceneri della donna furono ritirate da un'amica e sparse tra gli alberi di un posto che le era caro. Sapendo che la donna nel braccio della morte aveva ripetutamente ascoltato un album di Natalie Merchant, fu chiesto alla cantante il permesso di riprodurre le sue canzoni sia durante il rito che come colonna sonora del documentario prima citato. La cantante si è dichiarata felice di aver dato sollievo con la sua musica a una condannata a morte, di nuovo ignorando il fatto che tale condannata avesse più e più volte espresso disprezzo verso la vita umana e dichiarato che avrebbe volentieri ucciso di nuovo. Cosa ci fosse di tanto attraente nella personalità di Aileen resterà per sempre un mistero, mentre continueranno le dichiarazioni di supporto e compassione a lei dedicate, a riprova del fatto che le capacità manipolatorie di una persona psicopatica le sopravvivono addirittura.


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