Madre di una leggenda: Olimpiade d’Epiro
Le donne, si sa, sanno essere sensuali e fatali, con un appeal che può essere letale se cade nelle mani sbagliate.
E’ questo il caso di una donna che, nonostante non sia tanto nota alla Storia, ha dato vita ad Alessandro Magno: Olimpiade d’Epiro.
Nata, inizialmente, con il nome di Myrtale nel 375 a.C., Olimpiade era figlia del re Neottolemo I dell’Epiro, la cui ascendenza veniva fatta risalire al figlio di Achille, il feroce Neottolemo, e alla moglie di Ettore, Andromaca.
Quando suo padre morì, lo zio Aribba la diede in sposa al re della Macedonia Filippo II che ne fece la sua terza moglie; nonostante cercasse di impressionarlo, divenendo anche allieva del filosofo Aristotele, Filippo, in uno scatto di rabbia, l’esilio nel 357 a.C. però, scoperta la sua gravidanza, fece ritorno a Pella dove aveva sede l’impero macedone.
Nel 356 a.C., partorì il primogenito Alessandro che, secondo lei, era destinato alla grandezza. Mai parole furono più profetiche.
Per ringraziare la moglie di averle dato un erede, Filippo le cambiò il nome in Olimpiade.
Sebbene i rapporti tra i coniugi non furono mai rosei a causa della poligamia di Filippo, con Alessandro, Olimpiade sviluppò un rapporto quasi ossessivo con il figlio che quasi sfociò in una relazione carnale,simile a quella di Edipo con Giocasta.
Però ciò che insegnò al figlio furono valori alti come una forte spiritualità verso il mondo greco, una tensione mistica di una predestinazione che Alessandro usò dicendo che la madre l’aveva concepito con Zeus.
I rapporti con Filippo si deteriorarono quando egli decise di sposare Euridice, figlia del generale Attalo; Attalo offese pubblicamente Alessandro e la madre e con lei, il giovane se ne andò dalla corte dello zio Alessandro I in Epiro.
Mentre Alessandro ritornò in Macedonia, Olimpiade pensò di restare in Epiro ed architettò la morte dell’ex marito con la complicità di Pausania di Orestide, la guardia del corpo di Filippo che si macchiò del delitto.
Tale convinzione è rafforzata nella cronaca di Diodoro Siculo, nella quale la donna volle creare una statua in suo onore.
Morto Filippo, Alessandro divenne re di Macedonia e Olimpiade tornò a Pella dove architettò la sua personale vendetta uccidendo ogni rivale: tra questi vi fu anche Euridice e i suoi figli, avuti da Filippo.
Nonostante volesse molto bene ad Alessandro, spesso non si trovavano d’accordo su scelte politiche come quella di mettere come reggente Antipatro che non vedeva di buon occhio, così come Efestione, amante del figlio. Invece approvò la scelta di Roxane come sua nuora e nel 335 a.C. Alessandro allontanò la madre dal potere, anche se lei continuò a tessere le sue trame.
Quando Alessandro stava per morire, Olimpiade usò la sua influenza per togliere Antipatro decidendo di sostituirlo con Cratero, un militare macedone suo favorito, ma tutto cambiò con la morte di Alessandro avvenuta l’11 giugno 323 a.C. .
Morto Alessandro, i suoi satrapi o generali si spartirono l’enorme impero da lui creato, anche se Olimpiade, Roxane e il figlio Alessandro IV rappresentavano un ostacolo; Antipatro si prese la Macedonia e la Grecia con Olimpiade che riparò in Epiro presso il cugino Eacide, ma la sua influenza iniziò a perdere colpi quando Eacide non si unì alla lega creata contro Antipatro, vanificando ogni ritorno di Olimpiade al trono di Macedonia. Olimpiade, però, non si perse d’animo e guidò una spedizione contro Cassandro, figlio di Antipatro, e Filippo Arrideo riuscendo a tornare a Pella.
Purtroppo, il successo non durò molto e Olimpiade cadde vittima della sua stessa bramosia: Cassandro le mandò contro un manipolo di soldati ma, vedendo la sua dignità e la sua antica influenza, non osarono ucciderla così Cassandro la strangolò ponendo fine alla sua vita nel 316 a.C., non ricevendo neanche i funerali di stato.
Bibliografia
Pausania, Viaggio in Grecia, Milano, Rizzoli, 2012.
Plutarco, Vite parallele: Alessandro e Cesare, Milano, Newton Compton Editore, 2015.
Siculo D., Biblioteca Storica, Milano, Rizzoli, 2004.
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