Lucius Malfoy - Un malvagio gentil'uomo

 

 


 

 



Si impara ad apprezzare il fascino del male quasi immediatamente nel secondo libro della saga, grazie al meraviglioso personaggio di Lucius Malfoy, uno dei pochi cattivi realistici e coerenti di tutta la storia.

Viene citato la prima volta da Fred e George, presentato come un uomo molto ricco e, soprattutto, un Mangiamorte per niente pentito che era riuscito in qualche modo a convincere tutti della sua innocenza.

Da questo breve scambio di battute già si delinea il personaggio che troveremo approfondito più avanti: una persona oggettivamente violenta e pericolosa, in quanto seguace di Voldemort (anzi, appartenente alla cerchia più ristretta dei suoi fedelissimi seguaci), ma allo stesso tempo qualcuno in grado di persuadere il Wizengamot della propria innocenza.

Nonostante appartenesse a una famiglia altrettanto ricca e importante, e pur essendo un uomo affascinante, ricordiamo che a Sirius Black, invece, non fu concesso nemmeno il processo.

Nato nel 1954, Lucius Malfoy iniziò la scuola nel 1965 e fu ovviamente smistato in Serpeverde. La sua intelligenza di sicuro gli permise di ottenere ottimi risultati, ma sappiamo che non basta l'intelligenza per diventare Prefetto (sebbene Ron insegni che esserne sprovvisti non sia neanche un ostacolo) o per entrare nel Lumaclub. Lucius, quindi, aveva altre caratteristiche e doti per distinguersi tanto dai suoi compagni e di sicuro il carisma era tra queste. Horace Lumacorno sceglieva accuratamente gli studenti da ammettere nel suo club esclusivo e né la ricchezza, né il buon nome della famiglia sarebbero bastati a concedere un simile privilegio a Lucius, se il professore non avesse visto in lui qualcosa che lo avrebbe portato alla grandezza.

Sappiamo dalle parole di Voldemort in persona, però, che Lucius era anche un uomo estremamente crudele, razzista e violento contro i babbani. Al suo ritorno, il Signore Oscuro gli rivolge queste parole:


«Mi dicono che non hai ripudiato le vecchie abitudini, anche se davanti al mondo presenti un volto rispettabile. Sei ancora pronto a prendere il comando in una battuta di caccia al Babbano, suppongo. Eppure non hai mai cercato di trovarmi, Lucius… le tue imprese alla Coppa del Mondo di Quidditch sono state divertenti, oserei dire… ma le tue energie non sarebbero state meglio indirizzate nel trovare e nel sostenere il tuo padrone?»


Queste brevi frasi evidenziano due tratti importanti del personaggio di Lucius Malfoy: innanzitutto, è sempre stato un mago razzista, ma non ha mai seguito Voldemort per supportare la sua causa. Infatti, quando la Maledizione rimbalza su Harry e Voldemort sparisce dalla circolazione, l'unico interesse di Lucius è continuare a godersi la vita, la sua enorme ricchezza e le sue sadiche abitudini nel privato del suo Maniero. Non cerca quello che definisce "Padrone", non gli è fedele, non esita un istante a voltargli le spalle, addirittura lascia che il diario venga distrutto nel puerile tentativo di mettere nei guai i Weasley, mostrando totale disinteresse per un oggetto tanto importante quanto può esserlo un Horcrux. Spesso viene dibattuto se Lucius conoscesse la reale natura del diario; Silente in persona ha dei dubbi in merito e non gli viene in mente di chiedere informazioni né a Dobby, né a Harry, che sarà anche sopravvissuto a una maledizione mortale, ma non è il più sveglio dei suoi studenti. Eppure, la risposta è lì, tra le righe de "La camera dei segreti":


«Devo chiederti soltanto una cosa, Dobby» disse Harry mentre l’elfo si infilava il calzino con mani tremanti. «Mi avevi detto che tutto questo non aveva niente a che fare con Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, ti ricordi? Bene…»

«Era un indizio, signore» disse Dobby spalancando gli occhi come se fosse la cosa più ovvia. «Dobby le stava dando un indizio. Prima di cambiare nome, l’Oscuro Signore poteva essere nominato senza paura, capisce?»


Dobby quindi sa che il diario era appartenuto a Voldemort, che ha il potere di far succedere "cose terribili" a Hogwarts e che risale a quando il Signore Oscuro ancora non si era ribattezzato con il nuovo nome. E' fin troppo banale immaginare che tutte queste informazioni gli siano arrivate ascoltando i suoi padroni parlare dell'oggetto e che quindi, oltre a Lucius, ci fossero altre persone a conoscenza del diario e del suo reale potere. Alla luce di ciò, l'intelligenza di Silente andrebbe rivalutata.

Tornando alle parole di Voldemort, la seconda cosa che si evince è che Lucius ha una vena sadica che non tenta nemmeno di reprimere, tuttavia riesce a mantenere una facciata di rispettabilità che gli permette non solo di vivere tranquillamente, al riparo dalla legge, ma addirittura di controllare la legge stessa. Apprendiamo infatti dal signor Weasley che


«Malfoy fa da anni generose donazioni per ogni sorta di cose… così incontra le persone giuste… e poi può chiedere favori… ritardare leggi che non vuole… oh, ha un sacco di contatti utili, Lucius Malfoy».


Per quanto nel secondo libro ci sia un chiaro riferimento alle minacce da parte di Lucius ai consiglieri della scuola per ottenere l'allontanamento di Silente, appare evidente che Lucius preferisce corrompere chi ha maggior potere di lui e, attraverso generose donazioni, amicizie ben scelte e le sue innegabili doti diplomatiche, riesce a ottenere sempre ciò che vuole.

E, spesso, ciò che vuole è che gli altri soffrano. Comprensibile e condivisibile.

Pensiamo ad esempio al terzo anno e all'impegno che Lucius mette per riuscire a far condannare Fierobecco. I graffi che l'ippogrifo fa a Draco sono superficiali e guariscono in poco tempo, tuttavia i suoi genitori ne fanno una questione di principio: nessuno può permettersi di ferire impunemente un Malfoy. E la punizione richiesta è l'unica alla quale non c'è rimedio: la morte.

Sappiamo anche dalle parole di Hagrid che al processo tutti pendono dalle sue labbra. Non che ci voglia molto a contrastare le abilità dialettiche di Hagrid, ma nelle parole del Custode c'è qualcosa di più di una semplice sfida:


«Quei diavoli della Soppressione, Lucius Malfoy ce li ha in saccoccia! Hanno paura di lui! E se perdo, Fierobecco...»


«È tutta colpa mia. Non ho saputo cosa dire. Erano tutti lì seduti con i loro vestiti neri e continuavano a cadermi gli appunti e mi sono dimenticato tutte le date che mi avevi cercato, Hermione. E poi Lucius Malfoy si è alzato in piedi e ha fatto il suo discorso, e il Comitato ha fatto quello che diceva lui...»


«Non va bene, Ron» disse Hagrid tristemente mentre raggiungevano i gradini del castello. «Lucius Malfoy il Comitato ce l'ha in pugno. Posso solo fare una cosa, che quello che resta a Becco da vivere sia più felice che mai. Glielo devo...»


L'influenza dei Malfoy, e in particolare di Lucius, nella politica inglese è evidente perfino a una persona poco sveglia e istruita come Hagrid. Ciò che al povero Mezzogigante sfugge, invece, è il piacere che Lucius prova a giocare con la vita e la morte, se non delle persone, almeno degli animali, cercando di provocare quanto più dolore e umiliazione possibile se proprio non può fare altro. L'accanimento contro Fierobecco, quindi, diventa non solo un modo per mostrare al mondo quanto siano intoccabili e potenti i Malfoy, ma anche per dare una diretta dimostrazione di forza a Silente, rientrando nella sua scuola a dettar legge dopo il fallimento dell'anno precedente.

Ma Silente non è l'unico con cui Lucius entra in diretta competizione. Voldemort in persona rispetta e invidia i Malfoy. Li rispetta, perché al suo ritorno si limita a parlare con Lucius, sgridandolo quasi paternamente sul comportamento che "si aspetta" in futuro, nonostante si sia dimostrato per niente preoccupato della sua scomparsa negli anni precedenti e abbia inventato scuse per evitare Azkaban. In particolare, il rispetto nei confronti di Lucius si evince dal fatto che la distruzione dell'Horcrux viene perdonata senza ulteriori conseguenze, al punto che Lucius stesso viene scelto per guidare i Mangiamorte al Ministero nel tentativo di recuperare la profezia. Li invidia, perché sono tutto ciò che lui vorrebbe essere: ricchi, potenti, Purosangue. Forse è questa la ragione principale per cui decide di invadere il maniero dei Malfoy e rubare, tra tutte, proprio la bacchetta di Lucius, già provato dalla permanenza ad Azkaban. Nel momento in cui la famiglia Malfoy cade in disgrazia e perde parte del suo potere, Voldemort cerca una sorta di rivincita sociale.

Tuttavia, sappiamo tutti come finirà la guerra: tra Voldemort e Lucius, uno dei due morirà, l'altro continuerà a vivere nel lusso, riabiliterà il suo nome, manterrà le sue ricchezze e, di nuovo, eviterà di pagare per le sue colpe. Basteranno pochi anni a far tornare i Malfoy influenti e potenti nel panorama politico inglese.



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