Il male che colpisce: i cattivi Disneyani


Disney Villain



In questo capitolo si tratterà il “male” presente in una particolare tipologia di personaggi: i “villain”. Perché si è deciso di trattare tali soggetti in una tesina dove si enfatizza l’aspetto letterario o quello storico? Perché l'immaginario archetipico proprio delle favole e delle storie si è incarnato, per le ultime generazioni, nelle narrazioni animate della Disney; del resto la maggior parte dei "cattivi” della nostra infanzia prende spunto da personaggi storici o, ancora, da personaggi letterari che sono stati edulcorati per renderli più accessibili a un pubblico di minori. Non sempre, però, il loro personaggio è stato addolcito e la figura dei “villain”, pian piano, è entrata nel nostro contesto assumendo un nuovo significato. 

Cosa caratterizza questi personaggi delle fiabe come letteratura per bambini e quelli presenti nel mondo Disney? Perché sembrano essere così attraenti nonostante le loro condotte poco sportive? Cosa ci seduce di loro?

La risposta a questa domanda è semplicemente “tutto”. Del villain è interessante la storia attorno la quale è costruita la sua figura, gli aiutanti tremanti di paura, le sue brame di potere o di vendetta e ciò che lo rende “cattivo” come la risata gelida, il sorriso beffeggiatore, la calma apparente, quegli sguardi provocanti e quella voce accattivante. Tutti, prima o poi, siamo stati attratti da uno dei tanti villain che la Disney o le fiabe in genere ci hanno elargito e questo perché il “cattivo” della storia ci permette di ricordare sempre e in modo non giudicante soprattutto che, in noi, è presente quel lato oscuro tenuto segreto e nascosto, pronto ad uscire allo scoperto quando meno ce lo aspettiamo (1). Perché, appunto, ricordiamo maggiormente queste figure piuttosto che l’eroe o il buono della fiaba? Perché tali figure ci somigliano e ci rammentano cosa siamo e rappresentano quel concetto di libertà che possiamo ritrovare nell’introduzione a questa tesina, ma soprattutto possiamo empatizzare con loro. È molto più semplice comprendere l’ira della Regina Cattiva che si vede spodestata del titolo di “più bella del reame” o afferrare il motivo della vendetta di Ursula allontanata da un regno solo perché “diversa” o l’odio di Jafar che dopo essersi ingraziato il sultano per anni si vede privato di tutto dal ladruncolo di turno. Difficile è, invece, parteggiare per i buoni anche perché i loro ideali sono nobili senz’altro, ma raramente noi li perseguiamo facendoceli apparire molto lontani da noi, quasi irraggiungibili. Ultimo appunto per quanto riguarda i villain, all’inizio di ogni libro, film o cartone animato il cattivo di turno ci viene mostrato come colui da evitare, da tenere lontano, da disprezzare. È forse questo stesso insieme ad avvicinarci a lui, ai suoi problemi, alle sue difficoltà di emergere, di essere se stesso, di difendersi dal disprezzo altrui (2).

Andando ad analizzare i vari villain direi di partire da due figure che di malvagio hanno solo l’apparenza e la fama: Yzma e Maga Magò.

Yzma, l’antagonista presente nel lungometraggio Le Follie dell’Imperatore, è colei che ci avvicina al “male” con i suoi modi goffi e irascibili. Tra tutti i villains è una delle più divertenti perché col suo sarcasmo e il suo perdere continuamente le staffe rappresenta il classico “can che abbaia non morde” e quella sua estetica si avvicina molto a personaggi immaginari e letterari come il Dottor Jekill o il dottor Frankenstein. Pochi sanno che il film d’animazione prende spunto dal romanzo Il Principe e il Povero di Mark Twain distanziandosene non solo nell’ambientazione, ma anche nei personaggi. Ma come diventa una cattiva? All’inizio conosciamo la sacerdotessa e maga Yzma come la consigliera del giovane imperatore Kuzko raffigurato come il classico principe immaturo e viziato dedito solo ai divertimenti. Sulle spalle della vecchia Yzma, quindi, ricade tutto il peso della gestione dell’impero e vien da sé che, quando Kuzko la licenzia per capriccio, la non più giovane donna va su tutte le furie, liberando la sua ambizione tenuta nascosta tramando vendetta e cercando di uccidere l’imperatore per ottenerne il regno “Ma... io... io... voi... oh! Oh... ma Vostra Altezza, sono anni che dimostro la mia cieca fedeltà all'Impero! Saranno almeno... be'... molti, moltissimi anni, Altezza!” (3). Essendo una maga esperta in pozioni e incantesimi proverà ad avvelenare Kuzko con una pozione, ma a seguito di alcune esilaranti disavventure il protagonista non morirà e verrà trasfigurato in un lama. Nonostante il suo aspetto cadaverico, le occhiaie, il colorito cinereo e l’invecchiamento avanzato che la rendono “brutta”, lei è piena di energia e di magnetismo che la rendono molto più affascinante e attraente del protagonista stesso, Kuzko. Secondo lo sceneggiatore David Reynolds, Yzma rappresenta contemporaneamente un omaggio e una deframmentazione di quello che era il villain che circolava in quel periodo. Ritroviamo in essa il vecchio consigliere, lo pseudo-scienziato, lo stregone, il dottore cattivo, il pazzo narcisista ed egoista. Ma, alla luce di tutto questo, perché siamo affezionati a Yzma a tal punto da preferirla a Kuzko? Semplicemente perché in essa ci rispecchiamo e tutti i vari richiami racchiusi in essa sono frammenti di tanti spettatori che si rivedono in lei. È comprensibile la sua rabbia quando viene licenziata dopo aver portato sulle spalle l’intero regno permettendo a Kuzko di divertirsi “Non si libererà di me così facilmente! Ma chi si crede di essere quel minuscolo verme irriconoscente! Quello... un po' più a sinistra... non ha la più pallida idea di chi si trova di fronte! Come può farmi una cosa simile, praticamente l'ho allevato io!” (1; 3-4). Viene naturale giustificare il suo volersi vendicare e, durante i vari esperimenti, sembra quasi spontaneo immergersi nella pellicola e immaginarsi accanto a lei a preparare quelle pozioni “Trasformerò Kuzko in una pulce, un innocua piccola pulce, poi metterò la pulce in una scatola e la scatola in un'altra scatola, la manderò a me stessa e quando arriverà hahaha... la spiaccicherò con un martello... E' una SPLENDIDA, SPLENDIDA, SPLENDIDA idea. No troppi francobolli, lo avvelenerò con questa... Lo senti il nero potere Kronk?” (3). Inoltre le varie disavventure e le gag la rendono molto più umana, quasi l’amica che non riesce a combinarne una giusta. Yzma è parte di noi e, come tale non possiamo non amarla (1; 4).

Maga Magò appare, nel romanzo originale di T. H. White, oscura e poco comica a differenza del personaggio che abbiamo imparato ad amare con la Disney. La cattiveria e la malvagità in lei è rappresentata dalla voce stridula e gutturale e non dal classico bell’aspetto dell’incantatrice medievale o la vecchia vestita di nero sposa del diavolo. Lei può essere ciò che vuole “Posso aver fascino, un bel visin, ugola d'or, morbido crin, lalalalala, lalalala, lalaralallà, lalalallallallà. Ma non farti illusion, perché Zumparapà! Sono un gatto mammon, la magnifica, splendida ma-ma-ma-ma... gamagò!” (5), rappresenta un messaggio di libertà, di fierezza e indipendenza che tutti ricercano, tutti vorrebbero sfoggiare, così come Maga Magò si vanta del suo aspetto brutto “Non sono orribile? Eh? Perfettamente ributtante?” (5). È questo che la rende attraente e quel misto di malvagità, falsità e inganno che traspare soprattutto nel duello con Merlino, la rendono parte di noi. Come accade a Maga Magò, anche noi spesso soccombiamo di fronte alla conoscenza quando il narcisismo, l’apparenza e l’arroganza prendono il sopravvento (1; 4).

Come dimenticare le sue celebri frasi come “Sembra che qualcuno stia male... che bellezza!” “Se con un ditin, io tocco un fior, zumparapimpin, si spampana e muor, ohohoh, solo il demonio eguagliare mi può...” oppure la celeberrima “Io odio il sole! Detesto quei orribili, salubri raggi solari! Io li odio!!! Li odio!!! Odio!!!” (5)

Tra i villains più strutturati abbiamo personaggi come Jafar, Ursula, Grimilde e Malefica.

Jafar è il malvagio visir che appare in Aladdin. Egli trama alle spalle del sultano mostrandosi come un personaggio cupo, mellifluo e accondiscendente, ma fiero “Chi ha l’oro fa le regole” (6). Il suo scopo è quello di ottenere il potere assoluto e lo fa utilizzando i suoi modi arroganti, falsi e ingannevoli che lo rendono un maestro dell’intrigo e dell’inganno “Ti darò la tua ricompensa... la tua ricompensa eterna” (6). È un abile incantatore perché utilizza le arti magiche per assoggettare il sultano ai suoi “consigli” e la sua malvagità è data dalla capacità di nascondere questo suo lato crudele sotto una maschera di elegante ragionevolezza e di velate minacce “Se non sei disposto a inginocchiarti davanti al Sultano, lo farai tremando davanti a uno stregone” (6). Come Yzma, anche Jafar racchiude in sé diversi personaggi della letteratura e del cinema e, forse, l’elemento predominante è dettato dal personaggio storico rievocato ne “Le Mille e Una Notte”: Ja’far ibn Yahya al-Barmaki, un politico persiano che svolse il ruolo di visir sotto il califfo al-Mahdi e del figlio di lui Harun al-Rashid. Egli era considerato un uomo colto e raffinato, con una popolarità presso i sudditi e un prestigio verso i regnanti stranieri molto alta a tal punto da apparire una seria minaccia. Se ne Le Mille e Una Notte il visir è una figura positiva, storicamente i suoi oppositori lo disegnarono come un maestro dell’inganno e molto ambizioso accusato di avere una relazione con la sorella del califfo, al-Abbasa, e giustiziato per questo. Sempre nel libro di fiabe, nella storia di Aladino e la Lampada Magica, lo stregone Abanazar appare come suo rivale. Egli è descritto come un crudele e malvagio doppiogiochista che farà di tutto per recuperare la lampada magica e cercare di uccidere il protagonista. A differenza del cartone animato, il narcisista e arrogante Abanazar troverà la morte per mano della principessa e di Aladino. Curioso è il fatto che la personalità di Jafar sia ispirata all’attore Conrad Veidt, che interpretò Il Ladro di Bagdad nel 1940. Simile è l’essere maestoso, più alto del sultano, il sorriso viscido, gli occhi di ghiaccio e l’aspetto serpentiforme (1).

Jafar affascina perché è uno di quei malvagi a tutto tondo, vero, orgoglioso di esserlo, incapace di provare pena o sentimenti per qualcuno, accecato solo dai suoi desideri e dalla fama e dal potere che vengono posti anche dinanzi all’amore di una donna (1; 7).

Crudelia De Mon è l’emblema della cattiveria irrazionale e la sua figura Disney si discosta davvero poco, è nubile nel lungometraggio, dalla figura concepita da Dodie Smith nel suo romanzo I Cento e un Dalmata che la vede scura di carnagione e sposata a un pellicciaio. Il suo look la rende un’icona tra i villains e difficilmente la si riconoscerà priva di quella gigantesca pelliccia bianca, le scarpe rosse, quell’abito da cocktail e quei capelli metà neri e metà bianchi che contornano un viso dalla carnagione cadaverica “Miseramente, cara! Come al solito, superbamente a pezzi!” (8). È la cattiva che va in collera per una sciocchezza deformandosi in viso, mostrando i denti da belva feroce e guidando come una furia quell’automobile infernale. La Smith, inoltre, nel suo romanzo, si ispira alle molte ricche signore della società inglese viziate, irascibili e classiste. Perché amiamo Crudelia De Mon? Perché lei è il cattivo per eccellenza della nostra infanzia con la sua avidità, il suo materialismo, la sua irascibilità e il suo egoismo. Ma è anche tanto di noi perché rappresenta il lato più oscuro del consumismo attraverso il quale gli abiti, le macchine e gli oggetti in genere sono più importanti degli animali, delle persone, della nostra esistenza. Al giorno d’oggi la conosciamo tutti questa “malattia” che ci permette di empatizzare con Crudelia nonostante il suo cinismo, la sua spregiudicatezza e la sua insensibilità che la porta a insultare tutto e tutti (1; 4; 7).

Ursula de La Sirenetta rappresenta il concetto di falsi amici che sembrano darci consigli, ma sono pronti a tramare alle nostre spalle “Mia cara, dolce piccina... è quello che so fare meglio. Io vivo soltanto per questo, aiutare la povera gente del mare... quelli come te! Poveri indifesi, che non hanno nessun altro a cui potersi rivolgere” (9). Lei è una dei villain che fa di tale concetto la sua vita divenendo la più scaltra tra i cattivi in grado di vendere i suoi incantesimi e le sue pozioni in cambio del bene più prezioso che il malaugurato cliente possiede (4). È una manipolatrice nata, gelosa, perfida e desiderosa di potere e ricchezze per poter usurpare il trono di Atlantica a Tritone. L’Ursula del film d’animazione si discosta esteticamente dal personaggio della Strega del Mare di Andersen in quanto, nel romanzo, non è obesa, dalla carnagione viola e munita di tentacoli. Questi ultimi, i tentacoli, sono un’aggiunta dettata dalle tante rappresentazioni delle Streghe dei Mari del folklore popolare. Ciò che accomuna i due personaggi è la loro abilità nel condurre gli affari “La vita è piena di scelte difficili, non te l'hanno detto? Oh, dobbiamo ancora parlare di un'altra cosetta, non abbiamo discusso la questione del pagamento, non si può avere qualcosa senza niente in cambio.” (9), nonché la loro vita in un reame oscuro e circondato da una foresta di arbusti marini per metà piante e per metà polpi. A differenza della Ursula disneyana, la Strega del Mare di Andersen è molto più crudele e malvagia in quanto non ruba la voce ad Ariel, ma le strappa la lingua e, nel caso in cui non avesse fatto innamorare il principe non sarebbe ritornata una sirenetta, ma si sarebbe tramutata in spuma del mare (10). L’aspetto di Ursula della Disney, con quella pelle violacea, i capelli bianchi e la parte inferiore del corpo come un polpo, la rende quasi la personificazione della malvagità e della perfidia (1) “Non pretendo molto, un compenso del tutto simbolico... una sciocchezza! Una cosa di cui puoi fare a meno. Quello che voglio da te è... La tua voce.” (9), nonché di una certa lussuria. Ursula è quella parte di noi che vuole emergere e vendicarsi di un torto subito perché allontanata, esiliata, bandita … “Ricordo che ai miei tempi c'erano sempre delle feste favolose, quando ancora vivevo a palazzo. E ora come sono ridotta? Sciupata, sono praticamente uno straccio! Bandita ed esiliata e lasciata sola a morire di fame, mentre lui e il suo smidollato popolo di pesci fanno festa. E va bene, tra poco gli darò io qualcosa da festeggiare” (9). 

Frollo … Per quanto riguarda questo personaggio, vi è un sostanziale abisso tra la figura cartacea e quella disneyana a partire dal suo ruolo. Se nel romanzo egli è l’arcidiacono di Notre Dame mentre nel film d’animazione ricopre la carica di giudice mantenendo connotazioni ecclesiastiche essendo legato alla cattedrale e da una forte fede religiosa. Nonostante l’essere un uomo di legge, si scopre subito quanto il Frollo disneyano sia crudele, superbo e malvagio e come la sua ira si abbatta su chi è diverso da lui, soprattutto gli zingari (11) come appare in questa frase “Portate questi zingari infesti al palazzo di giustizia!” (12). Sarà, appunto, la zingara Esmeralda a far emergere in lui il male assopito in uno dei momenti musicali più alti e inquietanti del mondo Disney (11). L’ossessione e il desiderio di avere Esmeralda è visto come una prova da parte di Dio, ma la brama di possederla è così forte che lo spingerà al tragico “sarà mia oppure morirà” o, ancora, quando tiene in pugno Esmeralda e gli propone “L'ora è giunta, zingara. Sei collocata sull'orlo dell'abisso. Ciononostante non è troppo tardi. Posso salvarti dalle fiamme di questo mondo, e del prossimo. Scegli me, o il fuoco!”(12) in un contesto ecclesiastico che permette di comprendere appieno la natura di Frollo: un uomo spietato che usa la legge per condannare innocenti e un personaggio oscuro che pone il suo desiderio irrazionale e ossessivo verso Esmeralda spaventando e mostrando dubbia moralità. La malvagità di Frollo la si nota anche quando induce in Quasimodo quell’innaturale insicurezza e paura verso la società solo perché Frollo prova disgusto osservandolo (11). Non per nulla quando insegna l’alfabeto a Quasimodo utilizza parole colpevolizzanti come “Abominio, Bestemmia, Contrizione, Dannazione, Eterna Dannazione, Falsità …” (12) che renderanno ancora più insicuro il ragazzo. Egli è considerato uno dei villains più riusciti e realistici mai prodotti ed è anche quel personaggio che ci impone delle domande mostrandoci quanto sia crudele un adulto. Se la malignità di Frollo risiede nel suo personale giudizio di considerare tutti dei peccatori con dei difetti e imperfezioni tranne se stesso e usare il potere della fede per scusarsi e risultare peggiore di tutti gli altri, il disagio che egli induce in chi lo osserva è la terrificante consapevolezza di ritenersi nel giusto “Sono senza colpa, è scappata e l'ho inseguita!” oppure le celebri frasi del suo monologo come “Tu sai che uomo sono io, senza macchia e ricco di virtù … Tu sai che son più puro io, di tutta questa plebe intorno a me”, di essere una brava persona “Ho la coscienza pulita!” e operare secondo la legge e un ordine superiore “Egli castigherà i perversi e li precipiterà in una voragine di fuoco!” oppure “La troverò, la troverò, dovessi dare alle fiamme tutta Parigi.”, quasi a catapultarci verso figure molto più distanti dal Frollo letterario di Hugo, bensì sia anch’egli un uomo crudele, come Hitler e la sua visione della razza ariana o di Voldemort nel concetto di epurare il mondo dai mezzosangue. Frollo diventa, quindi, un simbolo di quella crudeltà storica passata tra le mani di inquisitori come Maria la Sanguinaria, Torquemada, Mengele o Eichmann (1).

Eppure, nonostante la sua natura disumana, Frollo è uno dei “cattivi” più riusciti e in bilico tra coloro che lo amano e coloro che lo odiano in perfetto stile villain. Ciononostante non si può negare che egli incute un certo sentimento in noi, positivo o negativo che sia; è stato in grado di sconvolgere i nostri animi e porci dinanzi alla crudeltà di coloro che usano le leggi e la fede come scusante dei loro comportamenti riprovevoli, della possibilità di avere un “genitore” che non crede in noi, ma che ci ostacola e ci induce a pensare che il mondo non è per noi e, infine, che l’uomo dovrà fare i conti con quel maschilismo imperante del “sei mia o di nessun altro” molto presente nella società odierna.

Rasputin è una figura in bilico tra il personaggio storico e quello ricreato per creare il villain del film d’animazione “Anastasia”. Il personaggio storico, Grigorij Efimovič Rasputin, viene descritto come riservato, riflessivo e portato per la spiritualità in grado di catturare l’attenzione delle persone con la sua personalità magnetica, quasi ipnotica. Prima di diventare la figura legata alla famiglia Romanov l’uomo, figlio di umili persone di un piccolo villaggio rurale della Russia, lasciò la sua famiglia per chiudersi in un monastero imparando a leggere, scrivere e vivere la vita monastica. A seguito dell’apparizione della Madonna di Kazan’, Rasputin iniziò a dedicarsi al misticismo e ai pellegrinaggi vivendo di elemosina e iniziando a entrare in contatto con ecclesiasti importanti. Si ritiene che ricevette un invito a corte da parte della Principessa Milica e di sua sorella Anastasia del Montenegro, grandi appassionate di occultismo, e furono proprio loro a presentarlo allo zar Nicola II e sua moglie Aleksandra nel 1905. Secondo altre versioni, invece, fu Rasputin a chiedere un’udienza allo zar presentandosi con un’icona di San Simeon, santo venerato in Siberia, e a diventarne consigliere fidato, soprattutto della zarina che lo ritenne “mandato da Dio”. Lo considerò fino alla fine il suo protettore e quello di suo figlio Alexei in quanto più volte avrebbe salvato la vita del bambino afflitto dall’emofilia. Si narrano vicende contrastanti su tale figura in quanto, nonostante fosse capace di influenzare le scelte altrui essendo molto magnetico, era ben visto dall’élite di San Pietroburgo che appariva affascinata da lui, ma non lo accettava in quanto la sua figura scarna e dall’aspetto “peculiare” quasi da apparire malvagio, ne impediva la completa approvazione. Anche la chiesa ortodossa, nelle figure più autorevoli, aveva con lui pessimi rapporti considerandolo immorale mentre la folla lo amava e lo riteneva una persona pia e saggia da attribuirgli il titolo di “Starets” termine russo utilizzato per indicare mistici ortodossi dotati di carisma e numerosi fedeli. Inquietanti sono gli attentati contro la sua persona. Il primo avvenne il 29 giugno del 1914 quando una prostituta, seguace del monaco rivale di Rasputin, lo pugnalò all’addome. Nonostante la ferita mortale, Rasputin sopravvisse. Il secondo attentato fu quello decisivo e avvenne il 17 dicembre del 1916 ad opera di un gruppo capeggiato dal Principe Feliks Feliksovič Jusupov e dal Gran Duca Dmitri Pavlovich. Jusupov aveva avvicinato Rasputin con la scusa di avere pulsioni omosessuali e di volere l’aiuto dell’uomo per “guarire”. Rasputin accettò questa missione e quando arrivò al palazzo venne condotto nello scantinato dove gli venne offerto del vino e dei dolci avvelenati con del cianuro. L’uomo ne ingerì, secondo fonti, una dose in grado di uccidere 5 uomini sorprendendo i suoi assassini che decisero di colpirlo alle spalle con un colpo di pistola. Nonostante ciò, Rasputin si sollevò tentando di strangolare Jusupov finché gli altri cospiratori non lo colpirono con altri tre colpi alla schiena. Tentò di risollevarsi finché non venne legato e gettato nel fiume Neva e il corpo, ritrovato il giorno successivo, era privo delle corde a dimostrazione del fatto che il mistico riuscì a liberarsi ma non poté nulla contro il freddo del fiume morendo annegato (14). Rasputin è una figura controversa e anche quello della Disney ricalca alcuni tratti cambiandone altri. Nel film d’animazione viene dipinto come l’acerrimo nemico della famiglia reale quando sappiamo che così non era essendo ben visto sia dallo zar sia dalla zarina. L’estetica può rifarsi alla figura reale con quella lunga barba e la veste da “monaco” con quel reliquiario che ne rievoca la natura reale di mistico e santone. Ricollegandosi ai reali attentati subito dal vero Rasputin e alle sua capacità di riprendersi nonostante le ferite mortali, il Rasputin della Disney perde, in numerose occasioni, uno o più parti del corpo rimettendosi sempre in sesto “Guardami! Sto cadendo a pezzi! sono un disastro!” (15) e, “morendo”, sia la prima volta sia la seconda volta, annegando tra le acque ghiacciate di un fiume. Nel film d’animazione Rasputin viene annunciato con la frase “Il suo nome era Rasputin. Pensavamo fosse un sant'uomo, ma era un imbroglione. Potere pazzo e pericoloso.” Nonostante sia un manipolatore “Entrerò nella tua mente, dove non puoi sfuggirmi.”, arrogante, malvagio, privo di rimorso “E uccidere l'ultimo dei Romanov con le mie stesse mani sarà così delizioso!”, rozzo e violento (spesso picchia il piccolo Bartok), la sua figura ha suscitato interesse e fascino anche in un pubblico adulto. Da notare che la figura di Rasputin ha indotto molti paesi a bollare Anastasia come PG, cioè era necessaria la figura di un genitore per poter visionare il film d’animazione.

Grimilde è il primo cattivo creato dalla Disney nel lontano 1937 e presenta quei tratti femminili che la rendono contemporaneamente inquietante e sensuale, elementi che la rendono molto simile a Lady Macbeth o alla Fata Morgana antagonista di Merlino nel Ciclo Bretone. Secondo alcune note lasciate dai disegnatori, l’aspetto avrebbe dovuto ricalcare i tratti della nobile Uta di Bellenstedt, simbolo della regalità gelida uniti a quelli dell’attrice simbolo di quell’epoca, Joan Crawford (1). Sotto la compostezza, l’eleganza e la pacatezza che la rendono una sofisticata regina si nasconde l’oscura, fredda, distaccata, gelosa e manipolatrice tiranna. Non accetta che qualcuno possa essere migliore di lei e farà di tutto per ripristinare la sua supremazia (4).  

Si deve a lei la connotazione negativa del termine matrigna, in quanto Grimilde rappresentava ciò che non era una madre apparendo priva di istinto materno e di altruismo genitoriale (1). Nella favola dei Fratelli Grimm si descrive Grimilde come una donna che “Ogni volta che incontrava Biancaneve il suo cuore si infiammava di rabbia […]. Orgoglio e invidia crebbero sempre più, come una gramigna nel cuore, finché non trovò più pace, né giorno, né notte” (17). Ciò la rese la villains più spietata e crudele della storia Disney per diverso tempo prima di trovare delle degne avversarie. I riferimenti presenti in Grimilde, oltre al nome che rievoca la valchiria Crimilde dei Nibelunghi, fanno pensare subito all’ossessione estetica presente in Dorian Grey di Wilde. Lei è simbolo non di vanità fine a se stessa “Specchio, servo delle mie brame, chi è la più bella del reame?” (18), ma la voglia di supremazia sulle altre donne e non solo “Taci! Tu lo sai cosa t'aspetta se non mi obbedisci!” (18) elevando la sua persona fino a trasformarsi in ciò che lei ripudia, ma che in realtà è la sua anima, quella di un’orribile vecchia malefica, un parallelismo con Dorian Grey da non sottovalutare. E che dire delle figure di donne che per la corona o per il potere hanno compiuto atti crudeli come Lucrezia Borgia, la contessa sanguinaria che uccideva giovani donne bagnandosi poi nel loro sangue, Anna Bolena o Isabella di Castiglia (1;19). Ha in sé quel fascino da strega ed esperta di magia nera, nonché di alchimia.

Perché allora piace? Perché nella insensata ricerca della bellezza e nel suo ruolo di regina manipolatrice dimostra che la donna, vista come “sesso debole”, non è affatto tale. Può ambire a qualcosa di superiore, può essere guida, può dominare gli altri con la testa e con il corpo e, infine, può essere libera.

Madre Gothel è la perfetta fusione di Frollo e di Grimilde. Come suggerisce il nome lei è la madre adottiva di Rapunzel, come Frollo per Quasimodo, ed è spasmodicamente assetata di giovinezza e immortalità, come Grimilde, che ottiene usando i capelli della “figlia”. Ella non è altro che una donna vanitosa, egocentrica, scaltra e manipolatrice in grado di abbandonare la sua stessa figlia pur di rapire e sfruttare il potere di Rapunzel. A differenza di Grimilde o Frollo, si finge una madre premurosa attenta alla crescita della figlia adottiva, ma, come Frollo, in realtà per ben diciotto anni maltratta emotivamente e verbalmente Rapunzel distruggendo la sua autostima e rendendola dipendente in tutto da lei. Sfrutta le sue doti manipolatrici per convincere gli altri a credere a ciò che ella vuole. Sa mentire spudoratamente e una volta serviti al suo scopo, si sbarazza facilmente degli altri. La sua attenzione verso la ragazza è dettata dal preoccuparsi solo di quanto siano belli e forti i capelli dorati di Rapunzel. La sua finta dolcezza svanisce nel momento in cui viene messa in disparte e il suo futuro, coltivato e accudito per tutti quegli anni, desidera andare oltre quella torre dove viene rinchiusa (20) “Vuoi che faccia la parte della cattiva, eh? Va bene, ora mi trasformo nella cattiva! … Tu rimarrai chiusa dentro questa torre tutta la vita!” (21). Nella fiaba dei Fratelli Grimm madre Gothel è una strega che, in cambio dei raperonzoli rubati dal suo giardino da un uomo, chiede in cambio della sua vita il loro primogenito. Quando nasce la bambina, la strega la rapisce e le da il nome di Raperonzolo a memoria dei fiori strappati dall’uomo. E i capelli? Nella fiaba non hanno poteri e la cattiveria di madre Gothel la si ritrova quando spedisce Raperonzolo incinta del principe nel deserto a partorire da sola e a mendicare e fa precipitare il principe, dopo averlo ingannato, dalla torre su un rovo le cui spine gli cavano gli occhi (17). 

A rendere realistica madre Gothel è l’accuratezza con cui lei rappresenta il genitore violento, colui che maltratta i propri figli pur di avere indietro la sua vita

Scar è uno dei villains meglio concepiti dalla Disney in quanto rappresentava un qualcosa di mai visto e sconvolgente per un leone, la figura emblema di fierezza e di coraggio. Sotto le vesti di un leone, Scar è un insieme di atteggiamenti negativi che vanno dalla falsità al cinismo “Per quanto riguarda la materia grigia ne ho a sufficienza, ma se parliamo di forza bruta lo sai. Temo che l'impronta genetica sia piuttosto carente.” (22), dall’astuzia all’essere viscido, dall’essere un perfetto stratega in grado di cogliere di sorpresa gli avversari e improvvisare quando deve all’avere una dialettica che lo porta a convincere gli altri di essere nel torto “Simba cosa hai fatto? … Ma certo, ma certo che no, lo so, nessuno vorrebbe che accadessero cose del genere. Ma il Re è morto e se non fosse stato per te sarebbe ancora vivo ... Che cosa penserà tua madre?” (22) diventando anche mellifluo senza dimenticare il fatto che è spietato e non prova risentimento alcuno trattando gli altri come inferiori. Nonostante brami la corona, Scar si rivela un leader fallimentare che porterà alla rovina il regno di Mufasa. Ha dalla sua la capacità di irretire le masse seducendole e rendendole schiave come alcuni dittatori a cui la figura sembra essersi ispirata, come Hitler, Mussolini o Stalin, nonché mascherare minacce sotto falsi sorrisi, consigli, lusinghe per poi sfoderare gli artigli al momento opportuno come re Claudio antagonista di Amleto (1;4).

A differenza degli altri “cattivi” Scar è l’unico ad aver raggiunto un intento prefissato, quello di uccidere il protagonista, cioè Mufasa. Quella morte è il momento più drammatico e scioccante e viene ricalcato nella frase pregna di malvagità: “lunga vita al re!” (22).  

Malefica è uno dei personaggi femminili più affascinanti e carismatici nonostante sia la signora delle tenebre per eccellenza. Sfrutta la sua sete di vendetta contro chi l’ha scacciata e l’ha offesa per giustificare la sua rabbia insensata senza perdere l’eleganza dei modi e quel tono suadente e cortese che nasconde il disprezzo che prova per chi le sta attorno (1;13) “Bene, ma che splendida adunanza, Re Stefano. Reali, nobili, signori, e... ahahah, ma che buffo! Perfino la plebe. Mi ha addolorato moltissimo di non ricevere un invito.” (23). Malefica è anche il “cattivo” con più potere tra le mani in quanto controlla gli elementi atmosferici, il fuoco, le piante e gli animali, può scomparire e apparire quando vuole, può lanciare incantesimi, usare poteri divinatori, tramutarsi in orrende creature e appare immune alle armi umane (1). Essa è la forma più autentica e alta di oscurità “Pensavate di poter sconfiggere me?! Me! La signora di ogni male!” (23) e quel nero e viola che indossa con tale eleganze la rendono la regina sadica, fredda e calcolatrice, ma facile alla rabbia e all’odio “E per mostrarvi che non serbo rancore, anch'io voglio porgere un dono alla bimba. Ascoltate tutti quanti! La principessa, in vero, crescerà in grazia e bellezza, amata da tutti coloro che la circondano. Ma... prima che il sole tramonti sul suo sedicesimo compleanno, ella si pungerà il dito con il fuso di un arcolaio, e morrà” (23). La sua forma da drago è l’emblema della sua anima, indomabile e irrazionale. Malefica rappresenta quelle donne che non si piegano al volere altrui, che rifiutano le convenzioni e il suo somigliare a un’eterna diva le rende quel fascino che perdura ancora oggi (1;4;13;19).

 

 

Sitografia/Filmografia  

1) https://movieplayer.it/articoli/disney-migliori-cattivi-cartoon_21304/

2) https://www.staynerd.com/villains-fascino-male/

3) Le Follie dell’Imperatore (film d’animazione)

4) https://www.thesocialpost.it/2021/12/28/5-antagoniste-dei-classici-disney-e-le-loro-caratteristiche-quale-cattiva-ti-rappresenta-di-piu/

5)  La Spada nella Roccia (film d’animazione)

6)  Aladdin (film d’animazione)

7) https://www.staynerd.com/i-10-cattivi-piu-cattivi-del-mondo-disney/

8) La Carica dei Cento e Uno (film d’animazione)

9) La Sirenetta (film d’animazione)

10) https://www.themousestories.com/ursula-la-figura-della-strega-del-mare-tra-fiaba-leggenda-e-mito/

11) https://lamenteemeravigliosa.it/il-gobbo-di-notre-dame-storia/

12) Il Gobbo di Notre Dame (film d’animazione)

13) https://www.tomshw.it/culturapop/maleficent-co-10-disney-villains-impossibili-da-dimenticare/

14) https://lanuovamespirituale.com/2019/06/01/la-vera-storia-di-rasputin-e-se-non-fosse-stato-un-cattivo-ma-lesatto-opposto/

15) https://villains.fandom.com/wiki/Rasputin_(Don_Bluth)

16) Anastasia (film d’animazione)

17) I Fratelli Grimm, Fiabe.

18) Biancaneve e i Sette Nani (film d’animazione)

19) http://www.bietti.it/riviste/walt-disney-il-mago-di-hollywood/cattive-irresistibili/

20) https://villains.fandom.com/wiki/Mother_Gothel_(Disney)

21) Rapunzel, l’intreccio della torre (film d’animazione)

22) Il Re Leone (film d’animazione)

23) La Bella Addormentata nel Bosco (film d’animazione)



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