GIASONE E MEDEA
MEDEA
Ora, sommo Giove, fa’ echeggiare tutto il cielo del rombo di tuoni, leva la destra, scaglia la folgore vendicatrice, squarcia le nubi, scuoti l’universo intero. Non devi scegliere se librare le tue saette contro di me o contro costui: chi morrà sarà comunque colpevole. Il tuo fulmine non potrà sbagliare.
GIÀSONE
Comincia a ragionare e a parlare con calma. Se può venirti dalla reggia di mio suocero un qualche conforto all’esilio, chiedi pure.
MEDEA
Il mio cuore, lo sai bene, non da ora è capace di disprezzare le ricchezze dei re. Mi sia concesso soltanto avere compagni all’esilio i miei figli, versare tra le loro braccia le mie lacrime. Tu avrai altri figli.
GIÀSONE
Vorrei esaudire le tue preghiere, lo confesso: me lo impedisce l’amore paterno. Nemmeno il re mio suocero potrebbe costringermi a questo. Loro sono la ragione della mia vita, il conforto di quest’animo esulcerato. Potrei privarmi del respiro, del corpo, della luce; di loro no.
MEDEA
A tal punto li ama? Bene; è nelle mie mani, ora so dove colpirlo.
A PARTE
Se n’è andato. Ah, è così? Te ne vai, e pensi di poter dimenticare me e tutto quello che ho fatto? Sono svanita dalla tua mente? Non accadrà mai! Su, Medea, chiama a raccolta tutti i tuoi poteri, tutte le tue arti. Il frutto dei tuoi crimini è questo, non giudicare nulla crimine!
RICCARDO III E ANNE
RICCARDO Perché mi sputi addosso?
ANNE Magari fosse veleno mortale per te.
RICCARDO Mai veleno scaturì da fonte così dolce.
ANNE Mai veleno rimase appreso a rospo più immondo. Lévamiti davanti! La tua vista infetta i miei occhi.
RICCARDO Sono i tuoi occhi, dolce signora, ad avere infettato i miei.
ANNE Fossero essi basilischi, sì da colpirti a morte.
RICCARDO Vorrei lo fossero davvero per poter morire sul colpo; giacché invece essi m’uccidono d’una morte che mi lascia in vita.
Quegli occhi tuoi hanno tratto dai miei lacrime amare,(...) e ciò che numerosi lutti non hanno saputo spremerne, l’ha fatto la tua bellezza, accecandoli di lacrime.
Non ho mai implorato amico o nemico, la mia lingua non ha saputo mai imparare parole carezzevoli d’amore; ma ora che m’arride come premio la tua bellezza, il mio cuore orgoglioso implora e suggerisce le parole alla mia lingua.
Ella lo guarda sprezzantemente
Non insegnare alle tue labbra questo disprezzo; esse furono fatte per i baci, madama, non per questo sdegno. Se il tuo cuore vendicativo non sa perdonare, ecco, ti presto questa spada acuminata, e se ti compiacerai di affondarla in questo petto fedele, liberandone l’anima che ti adora, io lo denudo per il colpo mortale, e umilmente, in ginocchio, chiedo la morte.
[S’inginocchia;] scopre il petto, ed essa fa il gesto di colpir [lo] con la spada.
Non, non arrestarti, poiché io ho ucciso Enrico, ma fu la tua bellezza a provocarmi.
Sbrigati, adesso: fui io a pugnalare il giovane Edward, ma fu il tuo volto celeste ad istigarmi.
Ella lascia cader la spada.
Solleva di nuovo la spada, oppure solleva me.
(...)
ANNE Suvvia, riponete la spada nel fodero.
RICCARDO Dite allora che la pace è fatta fra noi.
ANNE Lo saprete in seguito.
RICCARDO Ma potrò sperare?
ANNE Tutti gli uomini, spero, lo fanno.
TESTO DELL'ARIA DEL RIGOLETTO "BELLA FIGLIA DELL'AMORE"
Bella figlia dell'amore, Schiavo son dei vezzi tuoi; Con un detto, un detto sol tu puoi Le mie pene - le mie pene - consolar. Vieni e senti del mio core Il frequente palpitar.
Con un detto, un detto sol tu puoi
Le mie pene (le mie pene) consolar!
JACK E BELLA MANNINGHAM
BELLA Questi dolcetti sembrano deliziosi. Ho fatto bene a pensarci, no? Oh, Jack caro, devi perdonarmi se continuo a chiacchierare così, ma mi sento così felice!
JACK Sì, mia cara, lo vedo.
BELLA Capisci, sono stata invitata a teatro da te. Ecco i tuoi dolci. Da ragazza mi piacevano tantissimo, a te no? Chissà da quant’è che non ne mangiamo… Comunque, non da quando siamo sposati. O invece sì…?
JACK (Si alza di scatto e guarda alla parete di fronte a sé; parla con tono calmo ma in qualche modo minaccioso) Non saprei con certezza… Non lo so… Bella.
BELLA (Dopo una pausa, abbassando la voce fino ad un sussurro) Che c’è ? che c’è che non va adesso?
JACK (Cammina verso il caminetto, parlando e voltandole le spalle) Non ho nessun desiderio di turbarti, Bella, ma ho appena notato una cosa che proprio non va. Ti prego di
rimediare subito mentre io non guardo, e faremo finta di niente.
BELLA Una cosa che non va? Cosa? Per l’amor di Dio, non mi dare le spalle. Cos’è successo?
JACK Sai benissimo cos’è successo, Bella, e se tu lo sistemi subito non dirò più una parola a questo proposito.
BELLA Io non lo so. Dimmelo.
JACK Mi prendi in giro, Bella? La cosa alla quale mi riferisco è sulla parete dietro di te. Se lo rimetti a posto, mi scorderò di questa faccenda.
BELLA La parete dietro di me? Come? (Si gira) Oh… sì… Il quadro… È stato tirato giù… Sì… Il quadro… Chi l’ha tirato giù? Perché è stato portato via?
JACK Già. Perché è stato portato via? Come mai? Sei l’unica a poter rispondere, Bella. Perché è stato tolto? Potresti, per favore, riprenderlo da dove l’hai nascosto e sistemarlo
nuovamente sulla parete?
BELLA Ma io non l’ho nascosto, Jack. Non sono stata io. Oh, per l’amor di Dio, guardami. Non sono stata io. Non so dove sia. Deve essere stato qualcun altro.
JACK Qualcun altro? Pensi che sia io a giocarti uno scherzo così malvagio e assurdo?
BELLA No, caro, no! Ma qualcun altro l’ha fatto. (Andando verso di lui) Giuro davanti a Dio che non sono stata io!
JACK Non sei stata tu, eh? (Staccandosi da lei con forza) Lasciami! Mi disgusti – creatura senza cervello.
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